lunedì 4 novembre 2013

Lagaccio -> Gavoglio: prendiamola con una festa !

Prendiamola con una festa
Lagaccio → Gavoglio

16 novembre - h. 15 – 19
Piazzale di fronte alla Caserma Gavoglio

banchetti con informazioni sulla Gavoglio, associazioni e comitati del territorio e della città, prodotti biologici e altro

h. 15 - 17 castagnata e musica

h. 17 momento di incontro pubblico con Voglio la Gavoglio e Municipio Centro Est
Don Gallo (al centro di spalle) durante una iniziativa del percorso Voglio la Gavoglio
Voglio la Gavoglio, Pulizia delle aiuole antistanti l'ex Caserma
Assemblea pubblica "Voglio la Gavoglio",
Sala della Parrocchia del Lagaccio, 5 giugno 2013
A breve il Comune presenta il Piano Urbanistico Comunale con le regole per riprogettare l’area, forse l’area passa al Comune e … si dovrà stendere un progetto

No palazzi
Si Vivibilità e Futuro
SI a percorsi pubblici, partecipati, trasparenti. 

I Cittadini sono la Città !!!

  • L’iniziativa è organizzata dal percorso Voglio la Gavoglio alla quale partecipano decine di cittadini, alcuni commercianti di via Lagaccio, e Fratellanza Artigiana Genovese Gruppo Amici Lagaccio, Quartiere in Piazza, Parrocchia di San Giuseppe al Lagaccio, Progettare la Città – la Valle del Lagaccio, Terra di Nessuno


Evento con il Patrocinio del 
Municipio Centro Est 



enrico *** salvatore *** giovanni ***


http://vogliolagavoglio.blogspot.it/ - facebook: “Voglio la Gavoglio”


martedì 29 ottobre 2013

Lagaccio e Gavoglio: intervista a Don Paolo Benvenuto, Parrocco Chiesa di San Giuseppe al Lagaccio

Nel percorso Voglio la Gavoglio decine di cittadini, realtà associative, commercianti hanno avviato percorsi di partecipazione, richieste, proposte, rivendicazioni. Ad ottobre 2013 sembra che l'area della Gavoglio possa passare al Comune. Si inizia quindi a pensare ai progetti e a chiedere percorsi di partecipazione, trasparenza e di senso per l'area. 

Al percorso partecipano anche Fratellanza Artigiana Genovese, associazione Quartiere in Piazza, Commercianti di Via Lagaccio, associazione Gruppo Amici Lagaccio, Centro Sociale Terra di Nessuno, Comitato Lagaccio, Gruppo Progettare la Città - La Valle del Lagaccio.

Enrico Testino intervista Don Paolo Benvenuto, Parroco della Chiesa di San Giuseppe al Lagaccio.

sabato 28 settembre 2013

Istruzioni per il futuro. Enrico Testino (Voglio la Gavoglio) interroga il Sindaco Marco Doria

Intervento di Enrico Testino (Voglio la Gavoglio) sulla partecipazione ad un incontro con il sindaco Doria nell'ambito della due giorni a Genova a Villa Bombrini "La Città che Vogliamo" organizzata dalla rete IF - Istruzioni per il Futuro.

Domenica 22 settembre 2013.

martedì 9 luglio 2013

Scacco da matti

di Enrico Testino

(pubblicato originariamente su https://www.facebook.com/enrico.testino)

Lagaccio. Un altro muro che può crollare. Anzi, già crollato in due punti. Sopra a dei giardini di abitazioni private. “Modello” via Dassori.

C’è qualche scusa per chi non interviene? Sono convinto della buona fede di tutti ma è evidente… che qualcosa di grave sta accadendo nella gestione della città.

Con questa comunicazione faccio una pausa dai grandi temi del Lagaccio ai quali ci stiamo dedicando con tante persone per sottoporre, a titolo personale, un “piccolo” problema, che rappresenta tuttavia una cartina di tornasole dello stato di abbandono gestionale della città e che può trovare suoi corrispettivi in tutti i piccoli, grandi e grandissimi “muri” da ristrutturare a Genova.

Le foto che vedete in allegato riguardano un muro, lungo circa 100 metri, di Vico Chiuso 5 Santi, Lagaccio. Un muro che già 4 anni fa portammo, come gruppo di cittadini, all’attenzione degli Assessori di allora (oggi cambiati) e della pletora di tecnici comunali competenti (molti dei quali ancora, senza soluzione di continuità, sono oggi al lavoro in Comune).
Nessuno dei referenti istituzionali di allora seppe porre rimedio al pericolo, pur con alcuni anni di lavoro davanti. Nessuno degli attuali amministratori ha saputo porci rimedio, pur con un anno di lavoro alle spalle.

In questo caso “porre rimedio” significherebbe anche solo mettere in veloce sicurezza il muro, fare un intervento, non dei migliori, che tolga l’emergenza, se non addirittura, e sperabilmente, rimettere mano al muro nel suo complesso.
Vi risparmio il “rosario” di promesse, di soldi dati per trovati, annunciati, stanziati per rifare il muro e poi spariti senza mai sapere da quali urgenze siano stati assorbiti.
Resta il fatto che nessuno, tranne alcuni di noi, residenti nelle vicinanze, ci ha messo la testa e l’impegno. Ovviamente la situazione è peggiorata e alcune persone continuano a rischiare la vita e la salute.

Da questo fatto è facile rimbalzare al silenzio preciso, netto, sostanziale che ci si trova davanti ultimamente nella quasi totalità dei percorsi di cittadinanza attiva in cui mi trovo a partecipare, promuovere, osservare in città.  Nell’ultimo anno al Lagaccio, con una rete di molti singoli cittadini e praticamente tutte le realtà sociali significative della zona, abbiamo posto domande e richieste per il quartiere, abbiamo urlato, promosso e svolto un incontro con i capigruppo del consiglio comunale, due commissioni urbanistiche, assemblee pubbliche, lettere, mail per proposte e richieste sia grandi (come per la variazione del PUC della Gavoglio con 450 osservazioni consegnate e numerose azioni di richiesta) che minute (come per l’utilizzo di alcuni spazi e strutture). Mai una risposta, mai una soluzione.
Tra le altre cose a febbraio ponemmo in commissione urbanistica anche quesiti e richieste sulla sicurezza della viabilità della zona e dei muri della Gavoglio prima che crollasse parte del muro di via Ventotene.

Penso che la pubblica amministrazione, i cittadini, le realtà sociali siano diversi aspetti della stessa comunità. Non parti lontane e contrapposte come sono percepite oggi. Nelle istituzioni dimorano molti amici e persone che conosciamo. Quindi ancora di più questo immobilismo fa paura. Fa paura perché si capisce che non fa parte dei costumi dei singoli ma è una situazione più grande e paludosa. Perché sembra non avere ragioni se non, forse, che la vita dei partiti, lo sforzo di mantenere il proprio posto al governo della città, il gigantismo delle relazioni tra gruppi di potere, sia diventato così esondante che occupi semplicemente e prepotentemente tutto il tempo disponibile di chi si trova a lavorare nelle istituzioni. Ho visto troppe persone diventare incomprensibili, una volta entrati nelle reti che hanno il potere di decidere le sorti della città, per non convincermi  che questo straniamento accadrebbe a me e a ognuno di noi una volta entrati nel sistema generale istituzionale.

Alla fine, tornando al fatto iniziale, anche noi cittadini, frustrati e demotivati, ci siamo dimenticati per anni del muro pur avendolo vicino a casa. Non abbiamo neanche la responsabilità formale di possibili incidenti e quella morale la abbiamo esercitata. Noi, solo noi, potremmo, legalmente, fregarcene.
La domanda che si sta ponendo a tutta la città, cittadini e amministratori è semplice: che facciamo?
Sta aumentando ovunque una esigenza di partecipare, essere protagonisti, colmare quel vuoto che la democrazia rappresentativa ha mostrato. D’altra parte la crisi aumenta le impossibilità di intervento manutentivo o progettualee la crisi della politica aumenta l’incapacità di agire. Dobbiamo tutti rientrare nell’orizzonte, più semplice e soddisfacente, della propria vita, o è il caso di attivarci tutti per una sorta di “stati generali” della partecipazione?
Esistono, da una parte, alcuni assessori che hanno la dichiarata delega alla “partecipazione”, dall’altra esistono decine di reti, associazioni, comitati, singoli che portano avanti proposte , progetti, richieste di miglioramento con una fatica immane e con risultati risibili. Anzi, con risultati dannosi che si traducono nelle sempre maggiore sfiducia nella propria comunità.

Per aprire un cammino e un futuro vicino e migliore ci vorrebbero due tipi di risposte da parte del Sindaco e della giunta. Una risposta politica, alta, istituzionale che decida di avviare percorsi aperti alla cittadinanza permettendogli di esercitare quella sana pressione e azione verso la città. Che permetta alle competenze presenti nei quartieri, nelle comunità, di guidare la gestione dei territori, di riempire maggiormente di senso i progetti e la gestione cittadina. Di mettere il centro operativo della regia dei diversi progetti urbanistici della città nei quartieri e non nelle stanze complicate e complicanti dei “Palazzi”.
Una risposta che decida di delegare parte delle decisioni a percorsi condivisi rinunciando a un poco di quel potere assoluto che la delega elettorale ha dato (con circa il 25% degli aventi diritto) al sindaco attuale. Una risposta che permetta alla pubblica amministrazione di “utilizzare” e mettere a frutto la vitalità e la competenza di migliaia di persone.

L’altra risposta, quella da cui si potrebbe ripartire, molto più difficile e da scomporre e replicare in migliaia di piccole risposte, è dolorosa anche solo da sperare, una tremenda sfida che manco i cavalieri medioevali avrebbero affrontato: mandare due tecnici a riparare e mettere in sicurezza il muro. Chiedendo scusa del ritardo.

Vico Chiuso 5 Santi, Lagaccio

Vico Chiuso 5 Santi, Lagaccio

Vico Chiuso 5 Santi, Lagaccio

Vico Chiuso 5 Santi, Lagaccio

Vico Chiuso 5 Santi, Lagaccio

Vico Chiuso 5 Santi, Lagaccio

Vico Chiuso 5 Santi, Lagaccio

martedì 4 giugno 2013

Piano Urbanistico Comunale - Contributo del Municipio I Centro Est

Estratto del documento approvato dalla II Commissione Municipale riguardante la caserma Gavoglio e il Lagaccio.

PIANO URBANISTICO COMUNALE - CONTRIBUTO DEL MUNICIPIO I CENTRO EST          

...............

Considerato che nella propria azione l’Amministrazione Municipale intende perseguire i seguenti obiettivi:

“il passaggio rapido dell’ex caserma Gavoglio dal Demanio al Comune e la definizione della sua trasformazione, contemplando aree verdi e servizi, in accordo con le associazioni” e i cittadini;

“nell’area di trasformazione di Genova Principe la possibilità di ridurre i volumi dell’edificio di proprietà delle Ferrovie, per allargare l’imbocco di Via del Lagaccio”;

................

esprime le necessità:

di consolidare i concetti di costruire sul costruito e di riqualificazione dell’esistente;

di consentire aumenti di volumetrie solo per servizi pubblici a seguito di specifici percorsi di confronto quali dibattito pubblico;

nell’ambito del percorso di partecipazione delineato dalla Giunta Comunale mediante la citata Deliberazione DGC-2013-76, richiede:

l’attivazione di tavoli tematici cittadini sulle seguenti aree:

Lagaccio, mediante la definizione di un progetto particolareggiato, organico e unitario, per l’intera valletta del Lagaccio, dalla Stazione Marittima alle aree circoscritte da via Bartolomeo Bianco, includendo pertanto i due Distretti di Trasformazione Locale di Stazione Principe e Caserma Gavoglio (su cui vertono oltre metà del totale delle osservazioni al PUC pervenute);

................

Approvato all’UNANIMITA’ dalla II Commissione  Municipale in data 3/6/2013

Fonte: Il blog del consigliere municipale Maurizio Galeazzo:
http://maurizio-galeazzo.webnode.it/news/contributo-del-municipio-centro-est-al-puc/

lunedì 3 giugno 2013

Assemblea Pubblica sul Futuro della Gavoglio e del Lagaccio - 5 giugno

Mercoledì 5 giugno  2013

Assemblea Pubblica sul Futuro della Gavoglio e del Lagaccio

Emergenze, problemi, progetti, richieste sui 60.000 mq della Gavoglio

h. 16,30 pulizia aiuole di fronte Gavoglio + brindisi
h. 18,30 assemblea pubblica - sala della Parrocchia

Interventi di:

  • Portavoce di Voglio la Gavoglio e realtà del quartiere
  • Referenti del progetto del 2011 “Quartiere senza Muri”
  • Architetti che hanno studiato la Gavoglio e possibili progetti



Mentre in Comune fanno un incontro sul PUC, per decidere i cambiamenti, noi ci occupiamo del quartiere. Abbiamo già detto al Comune e Municipio, 11 mesi fa, quali sono le richieste del quartiere sul PUC: ritorno al PUC 2001 che prevedeva circa il 30% in meno di superfice agibile, aree verdi e spazi per il quartiere.

Il percorso di partecipazione che sta facendo il Comune (voi ne sapevate qualcosa?) non è né promosso né sensato.

Noi e voi abbiamo fatto 450 osservazioni, chiesto e promosso 1 incontro con i capigruppo in comune, 2 commissioni urbanistiche, decine di riunioni in quartiere.

Adesso aspettiamo risposte!!!
La partecipazione è qui!!!
  

Voglio la Gavoglio è un percorso realizzato da decine di cittadini, alcuni commercianti di Via Lagaccio, Fratellanza Artigiana Genovese, Gruppo Amici Lagaccio, Parrocchia di San Giuseppe al Lagaccio, gruppo Progettare la Città, ass. Quartiere in Piazza, Terra di Nessuno

Per info:

Angelo 3471569449 - Enrico 3476419212 – Giacomo 3384322753 – Paola 3336500164 – Salvatore 3331039520

giovedì 11 aprile 2013

Conferenza Stampa di Voglio la Gavoglio sulla frana di Via Ventotene - 12 aprile 2013


Domani, 12 aprile 2013, alle ore 12, presso la sala della Parrocchia di San Giuseppe al Lagaccio (chiesa davanti alla Gavoglio), la rete Voglio la Gavoglio invita i giornalisti a un incontro per presentare proposte, considerazioni, richieste, annunci di iniziative in relazione alla frana di via Ventotene, alla sicurezza e vivibilità dell’area. Un’area, il Lagaccio, abbandonata e malgestita da molti decenni.

Voglio la Gavoglio è una rete di cittadini e realtà della zona Lagaccio, tra le quali la Parrocchia di San Giuseppe di via Lagaccio – GAL / Gruppo Amici Lagaccio – Fratellanza Artigiana Genovese – Quartiere in Piazza – Terra di Nessuno – alcuni commercianti di via Lagaccio, che da tempo promuove iniziative, percorsi, azioni per dare dignità e futuro al quartiere promuovendo la partecipazione attiva alla gestione e progettazione del proprio territorio e delle proprie comunità.

Tra le varie iniziative solo un mesetto fa Voglio la Gavoglio aveva chiesto e ottenuto due commissioni urbanistiche tematiche dalle quali erano uscite proposte e promesse della pubblica amministrazione. Proposte e promesse che stiamo aspettando e che la novità di via Ventotene ha reso ancora più attuali.

Per contatti e informazioni
Enrico Testino

mercoledì 10 aprile 2013

La frana di Via Ventotene qualche giorno dopo: un disastro che non poteva non avvenire

Ripubblichiamo l'articolo di Don Paolo della Parrocchia San Giuseppe al Lagaccio sulla frana di Via Ventotene (fonte: http://www.parrocchialagaccio.it/2013/04/06/la-frana-di-via-ventotene-qualche-giorno-dopo-un-disastro-che-non-poteva-non-avvenire/).

 Passato qualche giorno dalla frana, approfitto della foto che qui vedete per fare alcune considerazioni su quelle che potrebbero essere le cause remote dell’evento.

 

 La frana ha interessato due tipi di muri diversi:

- Il muro inferiore, sicuramente preesistente alla costruzione del civ. 51 di via Ventotene e della strada; si tratta di un muro che, come si vede dalla foto, è fatto in pietra, sembra con pochissimo cemento dentro; all’esterno è come intonacato di cemento; non è sicuramente un muro fatto per sopportare un carico; il demanio deve averlo costruito, al più tardi ai primi del novecento, per evitare che il costone franasse sugli spazi della caserma.

- Il muro superiore: è in cemento non armato; poggia sopra il muraglione inferiore; apparentemente non ha nulla per evitare che la pressione della terra di riporto della strada lo spinga all’infuori.

Mi chiedo:

- il muro inferiore aveva – ovvero ha, nella parte ancora in piedi – la forza per sostenere il peso del muro di cemento che contiene la strada? perché nessuno ha pensato di rinforzarlo?

- chi ha autorizzato che il muraglione inferiore venisse gravato del peso del muro superiore in cemento? dove quel peso era maggiore, alla lunga ha fatto cedere il muraglione inferiore;

- perché il muro superiore non è stato fatto almeno in cemento armato? un muro come quello che si vede ora rotto è stato un miracolo che sia resistito fino ad adesso!

- perché il muro superiore non ha per lo meno uno zoccolo rientrante che vada sotto la terra e poggi sulla roccia? una struttura di tale genere, se fatta in cemento armato, sarebbe stata molto più sicura: il peso della terra della strada avrebbe fatto da contrappeso e avrebbe stabilizzato moltissimo di più la struttura, anche se non si fosse rafforzato il muro inferiore.

Se l’analisi che ho fatto corrisponde al vero (non sono un ingegnere ma ho pur sempre una laurea in fisica) è troppo semplicistico scaricare sugli attuali proprietari di via Ventotene i costi della riparazione del tutto.

- C’è una responsabilità del Comune di Genova che ha autorizzato la costruzione di quella strada in maniera così sfacciatamente contraria non solo alle norme di sicurezza che ci potevano essere all’epoca ma anche al più elementare buon senso che qualunque persona che lavora nella costruzioni ha e deve avere.

- Considerato che c’era sicuramente una crepa nel muro superiore prima del crollo, in una foto di Lorenzo Pellerano del 23 marzo, il demanio, che non permette a nessuno di entrare nella caserma Gavoglio, ha la responsabilità di non aver vigilato né avvisato di quanto si stava producendo.

- La proprietà della strada non è dei condomini di via Ventotene, essi ne hanno solo la manutenzione ordinaria. A quanto sembra la strada apparteneva all’impresa Immobiliare Cinque Santi, il cui proprietario è morto, e gli eredi hanno rinunciato all’eredità; quindi, se non sbaglio, la proprietà della strada è ora del Comune di Genova.

 A mio parere le istituzioni devono dire qualcosa di preciso e molto alla svelta su tutte queste questioni.

L'Assessore ai Lavori Pubblici e Manutenzione del Comune di Genova su Via Ventotene

Intervista di Genoa Municipality a Gianni Crivello, Assessore Lavori Pubblici e Manutenzione del Comune di Genova, su Via Ventotene. Genova, 9 aprile 2013.

Agli abitanti di Via Ventotene: Non siete soli!


SOLIDARIETÀ E VICINANZA
AGLI ABITANTI DI
VIA VENTOTENE DANNEGGIATI
DALLA RECENTE FRANA

a loro vogliamo dire:
NON SIETE SOLI!

Crediamo che in momenti come questo debba prevalere uno spirito reale di comunità e fratellanza, oltre le parole e le buone intenzioni.
Offriamo quindi disponibilità per aiutare a risolvere i problemi degli abitanti, da quelli di tutti i giorni per arrivare a quelli più complessi.
Inoltre:
chiediamo con urgenza di attivare alcuni interventi promessi anche recentemente quali:
·         un’immediata perizia strutturale  di tutta la zona della caserma
·         l’apertura della strada di collegamento con via Napoli all’interno della Caserma (by-pass di via Lagaccio che chiediamo da tempo)
·         la verifica delle situazioni di pericolo attuale, ricordando che questo è il secondo crollo in tre anni
·         diamo una viabilità dignitosa alla zona!

Non lasciamo che indifferenza e sfiducia facciano dimenticare anche questa tragedia
che solo per caso non è stata fatale!
Da molto tempo, insieme e singolarmente ci confrontiamo per  affrontare i problemi che affliggono il quartiere, compresa la Caserma Gavoglio e siamo conviti che solo
la partecipazione tutti, in prima persona, possa dare dignità al quartiere ed evitare quello che è successo e che può ripetersi nelle condizioni attuali.

La comunità del Lagaccio deve avere piena vivibilità !
per discutere la questione e chiedere eventuale aiuto la rete Voglio la Gavoglio invita tutti ad un incontro
LUNEDI 15 ORE 18,30 PRESSO GAL-LAGACCIO
per contattarci, alcune sedi delle realtà aderenti sono sempre aperte:
Fratellanza Artigiana in Via 5 Santi 14 canc. (Giacomo), Gruppo Amici Lagaccio in via Lagaccio 82r (Salvatore), Voglio la Gavoglio (Enrico)
VOGLIO la GAVOGLIO
è un percorso che riunisce un gruppo di associazioni, tanti volontari e realtà storiche del quartiere, come  Parrocchia di San Giuseppe al Lagaccio –  Fratellanza Artigiana GenoveseGruppo Amici LagaccioTerra di NessunoQuartiere in PiazzaParrocchia Provvidenza - tanti cittadini del quartiere e diversi commercianti